“Il fenomeno pandemico ha fatto emergere problematiche giuridiche sia nel settore civile che in quello penale: problematiche con le quali per molto tempo la giurisprudenza dovrà confrontarsi”, parole del presidente reggente della corte d’Appello, che ben illustrano il momento della giustizia italiana e milanese. La cerimonia dell’anno giudiziario si è svolta quest’anno come di consueto nell’aula magna del Tribunale, ma a scartamento ridotto, senza pubblico, niente sfilata ne banda musicale. Un piccolo coro di tre musicisti a ricordare le vittime del Covid. Le problematiche e le emergenze nate con la pandemia o che la pandemia ha esponenzialmente aggravato sono state sottolineate poi nella proprio relazione dal Presidente Vinicio Nardo, a partire da quelle inerenti la giurisdizione, e proseguendo con quelle urgentissime relative alla giovane avvocatura e al carcere.
Una civiltà giuridica da restaurare dunque e in modo organico, obiettivo raggiungibile solo con uno sforzo collettivo degli operatori di giustizia. La risposta della giustizia milanese, considerati i problemi da cui è stato letteralmente sconvolto il Tribunale meneghino, non ultimo l’incendio di 1 anno fa, è stata pronta e unita, in grado di contenere i danni.
Un sistema giustizia che può dunque rialzarsi se in grado di rinnovarsi, anche e sopratutto attingendo dalle risorse comunitarie ad esso destinate, e tenendo aperto il dialogo tra i propri settori.