Una disamina approfondita, un dibattito fertile attorno a quei temi inerenti il processo mediatico dai punti di vista delle varie professionalità in esso coinvolte, avvocati, giornalisti, giudici. Questa la chiave di lettura del Convegno organizzato dell’Ordine degli Avvocati di Milano e dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia dal titolo: “Le emergenze nazionali: il ruolo dei media, della magistratura, degli avvocati e della politica. Tra doveri di responsabilità e tutela della fede pubblica”. La cronaca degli ultimi anni ci ha posto innanzi ad eventi che hanno scosso profondamente il Paese: disastri ambientali, incidenti, scandali legati al mondo della sanità. L’iniziale messa in stato d’accusa di interi settori della società da parte della
magistratura inquirente e del mondo dell’informazione ha spesso contribuito a diffondere nella pubblica opinione una cultura del mostro; se non che la stessa magistratura è altrettanto spesso giunta, in sede giudicante, a conclusioni diametralmente opposte. In queste situazioni chi difende le vittime? Chi assicura agli indagati presunti colpevoli un equo processo, anche alla luce delle distorsioni determinate dai media?
Quali strumenti si possono utilizzare per ristabilire il principio della presunzione di non colpevolezza, senza pregiudicare il diritto all’accertamento della verità e delle responsabilità? Al termine di una tavola rotonda non priva di provocazioni il moderatore, il giornalista de “La Stampa” Paolo Colonnello, ha prefigurato la soluzione del problema in una combinazione di elementi: “indagini e processi più veloci l’onere del mondo della giustizia, e un lavoro di costruzione e pubblicazione della notizia più prudente e riflessivo il dovere dei media”.